Descrizione
Sin dall’inizio dei lavori di bonifica dell’Agro pontino il Futurismo ha iniziato a interessarsi e occuparsi della radicale trasformazione del territorio quale prova di modernità della nuova Italia. L’intervento di bonifica integrale delle Paludi pontine, inoltre, racchiudeva in sé, per i futuristi, l’«idea della bellezza meccanica», esaltata dall’utilizzazione su vasta scala di escavatrici, trattrici, idrovore impersonificata dalle mastodontiche escavatrici a tazze Tosi, dagli escavatori Ruston, dalle trattrici Fowler; mezzi che, secondo i futuristi, erano in grado di generare una nuova spiritualità, definita «religione laica del macchinismo».
Non a caso Filippo Tommaso Marinetti è presente a Littoria il 18 dicembre del 1932, giorno inaugurale della nuova città.
L’arte interviene da subito nelle Città di fondazione nate sulle terre bonificate, rafforza la sua presenza nel maggio del 1936 quando, in occasione della I Mostra d’arte della provincia di Littoria allestita a Sabaudia, fa il suo esordio il gruppo futurista di Littoria composto da Dario Di Gese e Pierluigi Bossi, che grazie a Marinetti esporrà sia alla II mostra di Plastica murale ai Mercati traianei nel novembre del 1936, sia alla Biennale di Venezia del 1938.
Fondamentale nel catalogo appare la ricostruzione della Sala podestarile di Aprilia, progettata da Enrico Prampolini con l’apporto di Dottori, Ambrosi, Andreoni, Di Bosso, Rosso.
Nato come catalogo per la mostra realizzata a Latina nello Spazio Comel nel 2018, il lavoro di ricerca sul Futurismo e le Città di fondazione del Lazio sostenuto dalla Regione Lazio nell’ambito della Legge 27 ha portato verso strade inesplorate diventando finalmente un volume composito che raccoglie il contributo di vari studiosi su temi inediti che spaziano dall’arte figurativa alla musica, dall’illustrazione all’architettura, dal teatro alla letteratura, con un imponente apparato iconografico inedito.